Žegar è un piccolo villaggio nell’entroterra dalmata, a circa 40km da Zara. La scuola elementare del paese, nata alla fine degli anni ’80, ha sempre avuto una media di ottocento studenti … fino al ’95, gli anni della guerra che sconvolsero l‘ex Yugoslavia… dopo la guerra la scuola rimase chiusa per anni, semidistrutta: una parte fu bruciata, gli interni distrutti, i serramenti divelti che, insieme all’abbandono, significarono la rovina completa. Tre anni fa, grazie ad alcune donazioni del Giappone e allo sforzo degli stessi insegnanti, la scuola è stata rinnovata, recuperando due aule, l’atrio principale e la palestra e così l’attività della scuola è ricominciata e, dai soli tre alunni iniziali, oggi ospita nove bambini e due insegnanti. Vogliamo essere utili a questa comunità, contribuendo alla rinascita della scuola con la ristrutturazione di una stanza che assolva la funzione di biblioteca e aula multimediale. Lo vogliamo fare perchè crediamo fortemente che attraverso i libri passi e si rafforzi il rispetto e l’accettazione dell’altro e lo vogliamo fare in una scuola perchè il significato simbolico di questo gesto sia ancora più alto e perchè permetta alle nuove gerazioni di non crescere nel rancore, ma nell’amore e nel rispetto … che non è “tollelare” ma accettare e arrichirsi reciprocicamente delle differenze. Abbiamo deciso di intitolare quella che sarà la futura biblioteca a “Stojan Jankovic” (a lato la bella riproduzione realizzata da Alessandro Vicario di Stojan con i colori e costume dalmati e sullo sfondo alcune delle caratteristiche di Žegar) che, nato a Žegar nel 1636, fu un serdar (comandante militare) degli uscocchi che facevano parte delle truppe Morlacche della Dalmazia. Personaggio storico ricordato in molte delle canzoni popolari della zona fu protagonista a Creta e Morea (l’odierno Peloponneso: Morea è il toponimo veneziano medievale) e per il suo coraggio e onestà venne addirittura proclamato Cavaliere di San Marco dalla Repubblica di Venezia … insomma un vero e proprio anello di congiunzione ideale e culturale tra la Serenissima e queste terre cosi ricche di storia e, purtroppo, di tragedie.