È il cibo essenziale, destinato a un’umanità sofferente, impossibilitata a provvedere ai propri bisogni, discriminata su base etnica, isolata dal mondo. Le cucine popolari di Kosovo e Metochia forniscono da quasi vent’anni un pasto caldo a migliaia di persone indigenti nella regione. La guerra, le tensioni etniche, il malaffare e l’incertezza del futuro non hanno contribuito al miglioramento della situazione e come troppo spesso accade, sono i più deboli a pagare, bambini, anziani, donne e uomini che ogni giorno devono sconfiggere la disperazione, la solitudine, il senso d’abbandono, per affacciarsi nuovamente alla speranza … e così negli ultimi anni la situazione è addirittura peggiorata e sono sempre più le persone che chiedono aiuto a Svetlana, fondatrice instacabile dell’organizzazione. Dalla prima sede, allestita in una vecchia fabbrica, oggi i punti di produzione dei pani e della zuppa sono diversi e sparsi per coprire meglio il territorio. La consegna avviene tramite delle vecchie auto che si fermano lungo la strada, nel mezzo di niente, e dove le famiglie compaiono per ricevere l’aiuto. Nel tempo le cucine sono riuscite a dotarsi di un caseificio e di una fattoria, così da essere autonomi almeno in alcuni campi.
Le Cucine Popolari assistono da più di vent’anni le fasce più deboli di questa regione fornendo non solo un pasto caldo ma anche solidarietà e speranza. Da diversi anni la nostra associazione cerca di essere utile fornendo aiuti e danaro, quest’annoil nostro impegno a sostenere l‘istituzione delle Cucine Popolari è intitolato al KUPUS, il cavolo cappuccio, così presente e diffuso nella cucina serba e che speriamo sia di buon auspicio per raggiungere e superare almeno i 5.000€ che ogni anno, grazie all‘aiuto di molte persone, siamo riusciti a inviare in Kosmet con i progetti precedenti.