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PROGETTO H2O

L’acqua è universalmente riconosciuta come un diritto fondamentale della persona, ma spesso la realtà dei fatti è tristemente differente. Molti addirittura sostengono che su questa elementare affermazione si combatteranno in un futuro prossimo delle grandi battaglie sociali. Ma già oggi, a un’ora di aereo da Verona, in Europa, tutto questo non è scontato: in Kosovo e Metochia l’acqua resta per molti un miraggio, un privilegio, spesso un vergognoso strumento di lotta politica.

Nel Kosovo indipendente, costruito sulle macerie di una guerra “umanitaria”, molte comunità serbe vivono in una situazione di apartheid intollerabile e molte non possono contare nemmeno su un regolare approvvigionamento idrico.

I motivi sono diversi: il sistema di distribuzione è inesistente, e questo è talvolta più vero per i serbi; i villaggi più isolati non sono raggiunti.

Una comunità senz’acqua non può coltivare né allevare e per la disperazione è spesso costretta ad abbandonare la propria terra. Tutto questo è intollerabile. L’acqua, così come la terra, è un elemento indispensabile per chi vive, anzi “sopravvive”, di agricoltura.

Le associazioni “Un ponte per” e “Amici di Decani” hanno lanciato quindi il Progetto H2O a cui LOVE ha immediatamente dato l’adesione.

Nella fertile regione del Kosovo e Metochia, basta scavare poche decine di metri nel sottosuolo per accedere alle falde acquifere.

Garantire l’acqua vuol dire garantire la sopravvivenza sul territorio, assicurare il raccolto e il cibo per l’inverno e le minime condizioni di igiene.

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Al lavoro con la trivella. Non sempre la falda è lì dove ce la si aspettava o facile da raggiungere…
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Klinavac. Padre Isaja con Dragica e il coordinatore dei lavori per la costruzione del pozzo alle loro spalle.

ISTRUZIONI PER L'USO

Il Progetto H2O è stato promosso da un network solidale che riunisce semplici cittadini, ong, parrocchie, scuole, associazioni, università, ecc.

Che cos’è un pozzo artesiano: è un posso naturalmente effluente: le acque sotterranee arrivano direttamente in superficie senza alcun ausilio meccanico (pompe sommerse), perché esse tendono a risalire, zampillando, fino alla quota della linea piezometrica (la quale sovente si trova sopra il piano campagna). I cosiddetti bacini artesiani sono degli acquiferi in pressione (grandi raccolte di acque sotterranee) in genere alimenatti dall’infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo. In Kosovo l’acqua è naturalmente presente ad una quota sotterranea di circa 15 metri.

Dove si realizzano e perché: i pozzi si realizzano principalmente in aree rurali, non servite dalla distribuzione pubblica o dalla distribuzione a mezzo di autocisterne, per garantire l’uso agricolo e quindi il sostentamento delle famiglie. Si occupano della vigilanza sul territorio di Kosovo e Metochia due monaci del Monastero di Decani, Padre Isajia e Padre Nifont, che da svariati anni supervisionano l’aspetto realizzativo dei progetti umanitari, compilando relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, cognitive fotografiche, e tutto il necessario per documentare inequivocabilmente il lavoro svolto.

Di chi è il pozzo: Giuridicamente resta di proprietà del donatore che lo concede in comodato gratuito all’utilizzatore, per evitare la confisca da parte di qualsiasi autorità. Viene realizzato su proprietà privata con adeguata destinazione d’uso, congruente con il progetto. Ecco perché è possibile oltre che bello, titolare il pozzo mediante la realizzazione di una targa.

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